17 settembre 2012
Milano – Dagli amici si fa chiamare ”piccolo Vallanzasca”, soprannome tanto ingombrante quanto inquietante, che la dice lunga sull’integrità morale di un 14enne di Quarto Oggiaro arrestato lunedì scorso, 10 settembre, dalla Polizia di Stato, al termine di una rocambolesca fuga. “Un pericolo elevatissimo e concreto per la collettività per la sua naturale disinvoltura e propensione all’attività delittuosa”, aveva detto Marilena Chessa, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale dei minori di Milano, che aveva emesso l’ordine di custodia cautelare. Un biglietto da visita che il giovane non ha esitato a presentare ai suoi nuovi ospiti dopo neanche una settimana di permanenza all’interno del carcere minorile Beccaria. Messosi infatti subito a capo di circa 15 reclusi, il 14enne, verso le 21 di sabato sera, ha scatenato una vera e propria protesta generale. Secondo quanto ricostruito dalla Polizia, i giovani avrebbero cominciato ad urlare all’interno delle proprie camerate. La situazione è diventata insostenibile quando i giovani hanno deciso di dare fuoco a fogli di carta e asciugamani che hanno poi finito con il lanciare all’interno del cortile della struttura. La rumorosa rivolta, che ha contagiato subito i reclusi di un altro raggio, è andata avanti per circa un’ora. Solo l’intervento delle Volanti e di un reparto della Mobile è riuscito a riportare l’ordine, grazie anche alla mediazione di uno dei dirigenti del Commissariato Ticinese. I danni all’edificio, fortunatamente, sarebbero di lieve entità. Il 14enne, che dopo l’arresto era stato descritto come un ragazzino neanche tanto alto per la sua età, con il fisico minuto e il volto da bambino, era già noto alle forze dell’ordine. Due anni fa, dopo innumerevoli scorribande con altri piccoli “teppistelli” del suo quartiere, era stato “pizzicato” insieme ad altri coetanei mentre tutti erano intenti a scattarsi fotografie nelle celebri pose dei due giovani malviventi del film “Gomorra”. La sua propensione al crimine e le cattive frequentazioni erano valse all’allora 12enne l’affidamento presso una comunità di accoglienza appena fuori Milano. Ma il richiamo del suo vecchio quartiere era stato troppo forte e vi aveva fatto subito ritorno con tutto l’entusiasmo del giovane criminale. Tanto per mettere le cose in chiaro riguardo il suo futuro, si era quindi autodefinito “il piccolo Vallanzasca”, in onore del bandito milanese che negli anni ’70 aveva messo a ferro e fuoco Milano a suon di rapine, sequestri e omicidi. Dallo scorso febbraio, in soli sei mesi (un arco temporale sorprendentemente breve per la sua giovane età), aveva collezionato circa una decina tra furti, rapine, minacce e aggressioni. Ma l’ultimo colpo gli era stato fatale. “Pulce”, altro nome di battaglia con cui il minorenne era noto tra gli abitanti del suo quartiere, dopo essere stato individuato dalla Polizia, è stato arrestato all’inizio della scorsa settimana. La cattura era avvenuta in un palazzo di via Voltri, al termine di un inseguimento degno del “Bel René. Il giovane, infatti, avvertito dalla sua fidanzatina della presenza dei poliziotti, senza pensarci troppo era saltato dalla finestra al terzo piano in cui si trovava, atterrando direttamente sul balcone di un appartamento adiacente e di proprietà di una coppia di anziani. Dopodiché, si era barricato nel bagno dei due coniugi, ancora ignari di quanto stesse accadendo in casa loro. Ma era servito a poco, e gli agenti sono riusciti ad acciuffarlo. Avendo compiuto 14 anni al momento dei fatti imputatigli e giudicato socialmente pericoloso, il giovane è stato recluso all’interno del carcere Beccaria, dove lo scorso sabato sera ha scatenato la rivolta: ennesimo sciagurato colpo di testa per cercare di essere all’altezza del suo mito, Renato Vallanzasca.
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