15 settembre 2012
Torino – Le indagini hanno preso l’avvio dal furto di uno scooter condotte inizialmente dai carabinieri del Ros e hanno avuto l’impulso dopo che la Digos di Genova è entrata in possesso di filmati che ritraevano i due davanti a un bar del capoluogo ligure.
Sono due noti anarchici torinesi i sospetti attentatori di Roberto Adinolfi, 59 anni, amministratore dell’Ansaldo Nucleare, società del gruppo Ansaldo Energia, di proprietà di Finmeccanica, gambizzato a Genova il 7 maggio scorso. I due stavano per lasciare l’Italia.
Questa mattina si sono avvalsi della facoltà di non rispondere stamani nell’udienza di convalida davanti al gip Alessandra Bassi.
L’interrogatorio si è svolto nel carcere delle Vallette a Torino. Il giudice si è poi riservato la decisione, come da prassi. Il legale degli arrestati, Gian Mario Ramondini, non ha rilasciato nessuna dichiarazione all’uscita dell’udienza.
Solidarietà agli arrestati e ai perquisiti, Nicola e Alfredo liberi!
Da informa-azione: Un’operazione repressiva organizzata dalla procura di Genova in merito al ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, ha sguinzagliato ROS e Digos in diverse abitazioni e tratto in arresto due compagni anarchici torinesi, Alfredo e Nicola; Anna sarebbe indagata, ma non inprigionata. Le veline diffuse dai media di regime riportano di perquisizioni in corso a Torino, nel Cuneese, in provincia di Pistoia e a Bordighera.
Potendoci basare, per il momento, esclusivamente su quanto diffuso dalle veline delle questure e riportato dai media di regime, invitiamo chiunque avesse maggiori notizie su fermi e perquisizioni a scrivere alla mail del sito.Alfredo, Anna e Nicola, da mesi hanno reso pubblici i dispositivi di sorveglianza a cui erano sottoposti: dal ritrovamento di microspie ai continui pedinamenti da parte dei segugi in borghese. Oggi, sui peggiori giornali-gogna tra cui spicca la penna di Massimo Numa (La Stampa), possiamo leggere di una casa di famiglia al mare, in cui passare i fine settimana, che si trasforma in covo dove “alleggerire eventuali pressioni investigative e sparire dall’area torinese per un po’ di tempo”; mentre l’abitazione/domicilio nel quartiere torinese di San Salvario, diventa “La Base”.
Nel complesso, sotto il profilo mediatico, i soliti meschini tentativi di trattenere sotto il proprio ovile, con spettacoli e menzogne, quei sudditi che iniziano a dubitare che i facinorosi e gli anarchici siano più pericolosi e truci dello Stato e del Capitalismo.
La “repressione tecnica” doveva dimostrare la propria efficenza producendo prontamente dei responsabili per il ferimento di Adinolfi, al termine di un’estate che tra “Ardire”, “Mangiafuoco”, “Thor” e “Zecca”, ha visto gli anarchici balzare al primo posto tra i nemici interni da sterilizzare per evitare pericolosi e virulenti contagi di ostilità e di lotta.
Secondo quanto diffuso da alcuni telegiornali, tra gli elementi in possesso degli inquirenti vi sarebbe un filmato che riprenderebbe i due anarchici arrestati mentre si recano, in momenti diversi, alla stazione di Genova. Per arrivare a ottenere qualche fotogramma, estratto dai dati di una videocamera di sorveglianza di un bar, sarebbero state sottoposte a software di controlli biometrici e di riconoscimento facciale centinaia di ore di registrazioni provenienti da telecamere pubbliche e private.
Apprendiamo che, in attesa della convalida degli arresti, i due compagni sono prigionieri nel carcere di Torino. E’ possibile che nei prossimi giorni vengano trasferiti. Nel frattempo, per scrivere e inviare loro telegrammi:
Nicola Gai
Alfredo Cospito
C.C. via Pianezza 300 – 10151 Torino
Seguiranno aggiornamenti – informa-azione