Locandine per collezionisti

27 maggio 2011
Torino – Un furto in un museo. Scoperto dopo settimane, forse mesi. Il ladro si è mosso come un fantasma, entrato e uscito senza forzare porte o finestre. E senza far scattare il sistema d’allarme. Tutto per portare via locandine di vecchi film, roba da collezionisti, un bottino da 20 mila euro. La storia sembra uscita da un film di Alfred Hitchcock, segno che la realtà supera la fantasia. Il ladro ha colpito nella cineteca del Museo nazionale del cinema, in via Sospello 195/A. Due piani fuori terra ospitano gli uffici, il sotterraneo è una sorta di piccolo «tempio del cinema»: custodisce 14 mila film in pellicola, oltre a 345 mila manifesti-locandina. E’ tutto in ordine, catalogato per titolo e tipologia. Materiale arrotolato in tubi di cartone, oppure custodito in cartelline, o anche soltanto piegato e appoggiato sugli scaffali. L’«Eldorado» di cinefili e collezionisti. Qualcuno, però, è andato oltre la fantasia e ha deciso di affondare le mani in quel tesoro.
Il furto è stato scoperto una ventina di giorni fa. Per caso. Un’impiegata era andata a cercare una locandina che serviva per l’allertimento di una mostra e si è trovata davanti alla cartellina vuota. Ha ricontrollato, ha persino chiamato una collega per cercare meglio. Nulla da fare. Quei manifesti-locandina erano spariti. Diciotto. Titoli da amatori, ma anche materiale meno pregiato. Tutti assicurati, per un valore di quasi 20 mila euro. Fra questi, l’inquietante «Sgomento» (1949), con Joan Bennet, James Mason e Geraldine Brooks; il capolavoro «noir» «L’infernale Quinlan» (1958), diretto e interpretato da Orson Welles, con Janet Leigh, Charlton Heaston e Marlene Dietrich; il geniale «2001: Odissea nello spazio» (1968) di Stanley Kubrick.
Non mancano, poi, le concessioni alla saga di James Bond (Agente 007 Thunderball – Operazione Tuono; Agente 007 Una cascata di diamanti; Moonraker – Operazione Spazio) e un pizzico di fantascienza con gli antenati di «Jurassic Park» (su tutti, «The Beast from 20.000 Fathoms – Il risveglio del dinosauro»). E’ sparito pure il manifesto de «La corazzata Potemkin» (1925), la pietra miliare della storia del cinema fimata da Sergej Michajlovic Ejzenštejn, assai più conosciuta per la stroncatura in termini nazional-popolari ad opera del ragionier Ugo Fantozzi, premiata (nel film «Il secondo tragico Fantozzi») con 92 minuti di applausi.
I manifesti-locandina erano nel magazzino di via Sospello dal 1995. Alcuni erano stati restaurati qualche tempo fa. Un lavoro di fino, con carta giapponese. Facile da individuare. Prima, però, bisogna trovarli. Porte e finestre erano chiuse. Nessun segno di effrazione. L’allarme non è mai scattato. Una mezza dozzina di impiegati ha le chiavi del magazzino, alcuni hanno anche la chiave magnetica per l’attivazione del sistema d’allarme. L’indagine parte da lì. Qualcuno potrebbe aver approfittato di una distrazione per prendere le chiavi, rubare i manifesti e rimettere le chiavi a posto. Un lavoro di pochi minuti. Con ogni probabilità, su commissione. Oppure, soltanto per passione.

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