6 gennaio 2009
<< Parlare di Horst non è cosa facile, sia come uomo che come compagno.
Farò un umile tentativo per descrivere l’Amicizia, che nel giro di un mese, si sviluppò tra noi. Ero già da diversi mesi al carcere di Perugia, ed agli inizi del 1974, conobbi Horst; lui aveva tentato per l’ennesima volta di evadere, ed anche quella volta non ci riuscì, come successe in quel di Fossano, dove in quella occasione fu crivellato di colpi col netto proposito di assassinarlo. In quel periodo Horst era prigioniero nel carcere di Sulmona, nel tentativo di realizzare il suo sogno di liberta, nella caduta subì una frattura che gli impedì di involarsi, fu subito ripreso, in quelle condizioni dovettero portarlo in ospedale per le cure necessarie e subito dopo lo trasferirono in quel di Perugia. Questo desiderio, in lui, aveva due aspetti importantissimi, che si evidenziavano, nella sua rabbia, nella sua ribellione contro il sistema giudiziario e quello carcerario. Per Horst, la detenzione, “leggi sequestro di persona con cui lo stato col suo apparato repressivo ricorre contro tutte quelle persone che si ribellano e non accettano le imposizioni leggificate”.
Il carcere è una violenza inaccettabile, disumana, crudele un luogo dove quotidianamente vengono calpestati tutti i diritti umani, relazionali, affettivi.
Da uomo indomito e coerente ha scelto il suo percorso affrontando e subendo angherie, torture, improvvisi trasferimenti, isolamenti, che si protraevano per lunghi periodi, ed in dulcis in fundo internato nel manicomio giudiziario di Aversa.
Il “Disegno” del sistema era per la sua disintegrazione umana e politica.
Spedirti improvvisamente in uno dei sette O.P.G. (Ospedale psichiatrico giudiziario) è cosa molto facile, per la burocrazia penitenziaria, usano una formula magica: “osservazione psichiatrica”, cioè, dalla padella alla brace, in manicomio possono fare di te ciò che vogliono, ti espropriano di tutto calpestando la dignità e l’intimatà personale, ancora oggi, nonostante la tanto famosa legge Basaglia, la 180, i manicomi giudiziari sono a pieno regime e nulla cambierà se non ci sarà la più rivoluzionaria lotta sociale. All’epoca del nostro incontro, Horst era per me uno sconosciuto, non sapevo niente di lui, della sua esistenza; lo conobbi al centro clinico del carcere di Perugia dove mi trovavo già da diversi mesi ed in questo tempo avevo conosciuto un altro compagno, con Graziano avevo un continuo confronto, fu lui a regalarmi un opuscolo “dio e lo stato” di Bakunin, l’avevo letto tutto d’un fiato mi ritrovavo in tante cose e senza aver sentito mai parlare di Anarchia un bel giorno mi trovai faccia a faccia con Horst, l’impatto fu stupefacente, quell’uomo riusciva a trasmetterti un qualcosa di indescrivibile che poi nel tempo focalizzai. Horst era immobile, a letto, aveva una gamba ingessata e noi andavamo tutti i giorni a fargli compagnia, era un piacere confrontarsi con lui, una dialettica aperta, intensa, profonda, dinamica, per me fu un periodo “ricco” sia sotto l’aspetto umano che politico, la saggezza degli Avi ha tramandato un detto “le cose belle durano poco” e cosi tutto fini nel breve giro di un mese, da questa conoscenza ne sono uscito arricchito politicamente senza per altro avere nessuna forma di presunzione ne di occultare le mie contraddizioni cose che ho imparato bene da quell’uomo che era un grande perchè lui sapeva ascoltare, non ti faceva mai sentire in imbarazzo, il rapporto fu esaltante, e costruttivo, emozionalmente ebbi la sensazione di essere investito da un’onda di umanità, di una umiltà unica, fiera e dignitosa, da una determinazione incrollabile, furono giorni piacevoli, parlare con Horst era davvero stimolante. In quella circostanza conobbi Libero, durante i colloqui che avvenivano in infermeria. La conoscenza di Horst fu qualcosa di straordinaria evoluzione per la mia coscienza politica, per questo devo essere grato alla sua modestia che nulla ti faceva pesare ed alla sua parola che aveva una forza penetrante da sconvolgermi nei miei convincimenti, spingendomi verso una ricerca interiore ed ideologica che mi ha molto aiutato nella formazione culturale che negli anni avvenire, gradualmente si è sviluppata. Horst è conosciutissimo da tutti, averlo conosciuto è stato un privilegio fortuito, ma di una ricchezza infinita, costruttiva dinamica, per questo nutro un profondo e smisurato affetto per quest’uomo che è stato un “grande” grazie di tutto Horst.
Auguri di Buon anno, Sabatino Catapano >>