Oggi non si lavora

2 aprile 2009
Casoria (Na) – Hanno capito che si trattava di un furto solo quando si sono accorti della sparizione dagli uffici dei computer, tutti strumenti informatici nuovi acquistati recentemente per potenziare e migliorare l’attività amministrativa dell’ente. Gli impiegati della sede comunale di via Po non avevano notato alcuna effrazione quando sono entrati ieri mattina in quella che da tempo è per molti di loro la sede abituale di lavoro. Anzi, era tutto in ordine e nulla faceva presagire quello che di lì a qualche minuto avrebbero scoperto. È stato un impiegato ad accorgersi che dall’ufficio era scomparsa la tastiera del computer e a dare l’allarme. È bastato, a quel punto, una manciata di minuti per fare una prima e superficiale stima dei danni: a scomparire, durante la notte, complessivamente sono stati sette computer. Ma non è escluso che possa essere stato trafugato anche altro materiale, visto che alcuni cassetti e armadi, a quanto sembra, sono stati aperti. Ma il particolare che non quadra è che i ladri non sono entrati forzando l’ingresso ma hanno aperto regolarmente la porta con le chiavi. Ovviamente il raid ha determinato un disagio notevole al regolare svolgimento del lavoro negli uffici paralizzando totalmente ieri mattina i «servizi diretti alla persona» che si trovano in via Po, al confine con Afragola. Per l’intera giornata gli impiegati sono stati impegnati in una ricognizione attenta del materiale mancante per stilare quanto prima un elenco dettagliato da presentare ai carabinieri. Il lavoro più grosso è quello però di ricostruire gli archivi informatici contenuti all’interno dei computer. Gli investigatori cercheranno di capire anche se possano essere eventualmente proprio i dati contenuti nelle apparecchiature informatiche a fare gola ai ladri che in questo caso avrebbero potuto agire su precisa commissione. Non è escluso, infatti, che il furto dei computer possa essere avvenuto solo per mascherare quelli che erano i reali obiettivi dei ladri. Nel database pare che fossero custoditi tutti i «segreti» degli uffici dei servizi sociali e anche altre informazioni importanti frutto di anni di lavoro. Un aspetto questo che fa ulteriormente aumentare l’attenzione degli investigatori i quali, proprio per le modalità del raid, così insolite, non sembrano convinti che il furto sia opera di una comune banda di ladri. Un motivo in più per indagare a 360 gradi nel tentativo di individuare autori ed eventuali mandanti. Di qui un appello: se qualcuno sa, parli, anche senza esporsi personalmente. Gli inquirenti potrebbero trarre qualche vantaggio per imboccare la pista giusta se arrivasse, anche in forma anonima, qualche indicazione utile da parte di chi avrebbe potuto aver visto o sentito qualcosa e per paura di ritorsioni preferisce non parlare. Quello avvenuto l’altra notte, intanto, non è il primo assalto agli uffici pubblici di Casoria. In passato non sono mancate incursioni e anche di notevole entità, come quella organizzata da una banda di ladri che con gru e fiamma ossidrica portò via dal Palazzo di piazza Cirillo un’intera cassaforte che custodiva più di 50 pistole perfettamente funzionanti, ma non più in uso, ai vigili urbani. Un furto quasi certamente su commissione della criminalità locale, attuato da professionisti dello scasso rimasti finora impuniti.

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