Turismo in banca

27 luglio 2012
Bologna – Sembravano turisti in giro per l’Emilia-Romagna a bordo di un camper, peccato fossero rapinatori seriali in trasferta che in poco più di quattro mesi, secondo i carabinieri, hanno messo a segno sette rapine tra le province di Bologna e Modena. Le banche erano il loro obiettivo preferito e, proprio durante un colpo in un ufficio di credito di Modena, il 25 novembre, erano stati arrestati tre dei cinque componenti della banda, composta da siciliani. Da lì sono partite le indagini dei carabinieri per ricostruire l’attività del gruppo, pronto a lunghi viaggi da Palermo a Bologna: colpivano nei giorni infrasettimanali per poi fare rientro in Sicilia nel weekend. Il tour dei quattro però è finito ai domiciliari e con loro anche una donna, residente a San Giovanni in Persiceto che aveva il ruolo di autista. C’era lei alla guida quel 25 novembre e pare avrebbe fatto anche i sopralluoghi nelle banche da ripulire.
Nella sua abitazione sono stati ritrovati 20 mila degli oltre 120 mila euro recuperati dai militari: in tutto la banda era riuscita a mettere da parte un tesoro da 400 mila euro. Le rapine erano anticipate da una fase di studio per capire se le casse fossero piene. In alcuni casi i rapinatori avrebbero finto di essere degli investitori, prendendo appuntamenti con i consulenti e con i direttori delle banche. Uno è laureato in economia e commercio con 110 e lode ed è un grande esperto di software utilizzati dagli istituti di credito, avendoci lavorato in passato. Il giorno della rapina la banda veniva noleggiato un veicolo per passare inosservati. Uno di loro entrava in banca mentre gli altri lo seguivano mascherati con occhiali, parrucche o cappellini da baseball. Una volta dentro, immobilizzavano impiegati e clienti, non agivano armati, e legavano i polsi alle persone con delle fascette di plastica. Da «gentiluomini» avvertivano: «State calmi, fate come vi diciamo e non vi succederà niente». L’unico a rimanere libero era l’impiegato con i codici per aprire le casseforti. Le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza delle banche sono state fondamentali per identificarli. Tra le banche colpite anche una di Maranello, vicina alla fabbrica della Ferrari. A tingere di buoni sentimenti questa «storia criminale» anche un episodio curioso: uno dei rapinatori, dopo una delle rapine, contattò l’impiegata contro la quale si era scagliato per chiederle scusa.

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