Il valore di una vita

26 luglio 2012
Matteo Armellini è morto ammazzato dallo sbriciolarsi del palcoscenico che stava contribuendo a costruire, pochi mesi fa, il 5 marzo 2012. Matteo era un ragno da palcoscenico, un ragazzo esperto e innamorato del suo lavoro, che non ha avuto il minimo scampo in quel turno di notte a Reggio Calabria, in preparazione dello show di Laura Pausini.
Oggi la madre ha ricevuto dall’Inail un assegno,  che come dicitura riporta “pratica di infortunio o malattia professionale”, la somma è di 1936,80 €.
Lui era un rigger, cioè l’addetto a salire con delle speciali imbragature sulle alte strutture e montarle, un lavoro pericoloso per il quale erano necessarie molte specializzazioni, ma Matteo si era pagato il conto dei corsi da solo, aveva acquistato le attrezzature  e si era aperto una partita iva, perchè se è vero che era inquadrato come lavoratore autonomo aveva orari e compiti precisi.
Oggi la madre, disperata, denuncia l’ennesima presa in giro, dopo che si è pagata il funerale del figlio da sola, dopo che si è pagata il trasporto della salma da Reggio Calabria a Roma da sola, l’INAIL le manda a casa un assegno di risarcimento di quasi 2.000 euro.
E pensare che proprio i cantanti raccontano la vita della gente comune e invece alla fine non sanno neanche tutto ciò che ruota dietro lo showbiz live, l’unica certezza fino ad adesso è che la vita di mio figlio non vale neanche duemila euro”, ha detto sua madre.

Il 12 dicembre 2011 a Trieste, morì Francesco Pinna, vent’anni. Perse la vita nel crollo del palco presso il palazzetto dello sport, dove si sarebbe tenuto il concerto di Jovanotti. La notizia rimbalzò, con molte polemiche, su tutti i media. Oggi i periti stanno ancora facendo le indagini per accertare la cause del cedimento dell’impalcatura.

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