19 maggio 2012
Città del Vaticano – La pubblicazione di documenti riservati della Santa Sede ”assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso”. Il Vaticano annuncia con una nota che, dopo l’uscita del libro di Gianluigi Nuzzi ”Sua Santita”’, ”compira’ i passi opportuni, affinche’ gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonche’ dell’uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia”.
Vaticano al contrattacco dopo a pubblicazione di vari documenti riservati della Santa Sede e, nel nuovo libro di Gianluigi Nuzzi «Sua Santità», anche di lettere private scritte al Papa e al suo segretario particolare. Si tratta di un «atto criminoso», si legge oggi in una durissima nota della sala stampa vaticana, e il Vaticano si rivolgerà alla giustizia affinchè gli autori «del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonchè dell’uso commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi o detenuti, rispondano dei loro atti». A far esplodere una carica che covava da tempo, dopo lo stillicidio dei ‘Vatileaks’, è stata oggi l’uscita del libro di Nuzzi, che contiene una serie di incartamenti riservati del Vaticano, di lettere inviate all’appartamento papale, su vicende di cui si è molto parlato, dal caso Boffo alla rimozione di Viganò, fino a testi scritti dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi su temi fiscali, note su cene private tra il Papa e il presidente Napolitano, questioni come l’atteggiamento da tenere sul sequestro Orlandi. E la decisione presa è quella di non rimanere a guardare, ma di agire in sede di giustizia. «La nuova pubblicazione di documenti della Santa Sede e di documenti privati del Santo Padre non si presenta più come una discutibile – e obiettivamente diffamatoria – iniziativa giornalistica, ma assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso», si legge nella nota diffusa oggi. «Il Santo Padre, ma anche diversi dei suoi Collaboratori e dei mittenti di messaggi a Lui diretti – viene sottolineato -, hanno visto violati i loro diritti personali di riservatezza e di libertà di corrispondenza». La Santa Sede, che aveva già nominato una commissione d’inchiesta, «continuerà ad approfondire i diversi risvolti di questi atti di violazione della privacy e della dignità del Santo Padre – come persona e come suprema Autorità della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano – e compirà i passi opportuni, affinchè gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonchè dell’uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia». Se necessario, viene aggiunto, «chiederà a tal fine la collaborazione internazionale». Della pubblicazione del libro di Nuzzi ha parlato oggi, intervenendo in diretta a Tv2000 che oggi dirige, anche l’ex direttore di Avvenire Dino Boffo, di cui in «Sua Santità» vengono pubblicate le lettere trasmesse al segretario personale del Papa, mons. Georg Gaenswein, per indicare nel direttore dell’Osservatore Romano Gian Maria Vian – e indirettamente nel cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone – l’orchestratore dello scandalo che nel 2009 portò alle sue dimissioni. «Io potrei essere felice che un pò di verità venga fatta, però non lo sono, perchè viene procurato un danno alla Chiesa», ha detto Boffo, che quindi non fatto in alcun modo marcia indietro rispetto al contenuto delle sue lettere. Ha confessato di aver fatto «di tutto» perchè nel libro i suoi testi non comparissero e ha cercato fino all’ultimo Nuzzi perchè ciò non avvenisse, non riuscendo nel suo intento. Al punto da inviare poi all’autore del volume un durissimo messaggio. ‘Pur essendo un beneficiario di queste rivelazioni – ha detto oggi il direttore della tv dei vescovi – devo dire che non sono felice, perchè l’immagine della chiesa ne viene sporcata e io ho lavorato per altro nella mia vita«. »Pubblicare documenti riservati, ottenuti non si sa come ma certo furtivamente – ha proseguito Boffo, a tratti con voce rotta dall’emozione -, è comunque un furto, un latrocinio. In Italia siamo nella situazione in cui lettere confidenziali scritte all’appartamento papale vengono rese note in un libro. Una cosa inconcepibile, un furto in piena regola«. E se Nuzzi »come penso, non si è introdotto lui nelle stanze vaticane per ritirare queste carte, le ha probabilmente ricevute da qualcuno infedele alla Santa Sede, allora è un ricettatore«. Boffo ha condannato la pubblicazione di »documenti sottratti dal tavolo del Papa e del suo segretario«, »non perchè lavoro nel mondo cattolico, ma perchè sono italiano e mi preme la figura che facciamo davanti al mondo, la figura di un Paese da poco, che non sa custodire neanche il minimo dei segreti«. E si è chiesto: »ma possibile che abbiamo una legislazione tanto carente da rendere possibili queste operazioni?«. E ancora: »come mai non si sono messe mini-telecamerine là dove vengono custoditi i documenti riservati della Chiesa? Che vigilanza c’è in Vaticano?«. »Spero che chi deve prendere provvedimenti li prenda – ha concluso Boffo -, per evitare queste figuracce davanti al mondo e per impedire a noi giornalisti di compiere operazioni così selvagge«
- «Vale sempre la pena rischiare
se vuoi qualcosa»
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