Un rapinatore da Guinness

31 gennaio 2012
Torino – Decine di rapine, in banca e altrove. Anche con la violenza. Lo sa bene l’impiegata di un’agenzia Unicredit, in centro a Torino, picchiata e gettata a terra, colpevole solo di aver dato l’allarme. R.“Lello” G., 64 anni, torinese, è un uomo che non ha casa, da anni non ha domicilii conosciuti. Un pendolare delle rapine che agisce, con una squadra di fedelissimi, due soggetti fissi e altri reclutati sul campo, ovunque decida di agire, in tutta Italia. nel ‘92, aveva sequestrato una coppia di gioiellieri, costretti andare ad aprire il caveau e consegnare oro e preziosi. Era accaduto in un appartamento di via Madama Cristina. Nel 2003, durante una rapina in banca a Torino, era rimasto imprigionato nella bussola dell’ingresso: per fuggire aveva scardinato le serrature a colpi di pistola.Il curriculum
Da ieri, il suo lungo curriculum ha una voce in più: è’ stato raggiunto in carcere da un nuovo ordine di custodia cautelare al termine di una lunga operazione condotta dalla sezione anti-rapine della Squadra Mobile, coordinata dal pm Marina Nuccio.
Vecchi e nuovi complici
Quest’estate erano stati arrestati due suoi complici, entrambi bulgari, bloccati a Rimini da poliziotti travestiti da bagnanti, I due, dopo una serie di rapine (almeno tre) nel torinese, con un bottino complessivo di oltre 150 mila euro, erano andati in vacanza sull’Adriatico con le rispettive fidanzate. Li avevano ammanettati sulla spiaggia, tra lettini e chioschi: stavano progettando un assalto a una banca di Rimini. Avevano già compiuto una serie di sopralluoghi vicino all’istituto di credito.
G. era stato arrestato a settembre, durante un’altra rapina a Vado Ligure, insieme a C.C., 48 anni, e L.D., 58 anni, entrtambi torinesi e pregiudicati. Alle spalle, ha una vita da professionista del crimine. Già nel 1973, membro della «banda del playboy», aveva messo a segno molte rapine tra Piemonte e Liguria. Scampato all’arresto grazie all’aiuto di una ragazza, era finito in prigione due anni dopo. Evaso prima dalle Nuove, era stato nuovamente arrestato nel febbraio del 1978 ad Aosta, mentre progettava il rapimento di un imprenditore.
Gli Anni Settanta
In un rapporto di quegli anni, la Polizia lo considerava un «nome di rispetto della malavita locale». Nella sua storia decine e decine di rapine, sparatorie, fughe a 200 all’ora. Un rapinatore con una tenacia da guinness dei primati, simbolo di una generazione di banditi che non vuole rassegnarsi alla pensione.

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