24 maggio 2011
La Spezia – L’operazione della guardia di finanza chiamata “mosaico” ha portato al sequestro di cinquemila componenti di auto, oltre che di un camion e un capannone, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. L’articolata indagine ha portato al sequestro di 60 automobili rubate e, successivamente, completamente smontate (tra cui Maserati Granturismo, Porsche Cayenne, BMW serie 5 e 7, Mercedes classe E, Audi A8, Jaguar XF ed altre) circa 5000 componenti di autovetture (gruppi ottici, portiere, plance, trasmissioni complete, semiassi, radiatori, centraline elettroniche, sezioni di scocca), un camion ed un capannone commerciale, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, con la denuncia all’Autorità Giudiziaria di undici responsabili, di cui quattro di nazionalità italiana, sei di origini romene ed un marocchino. Le automobili, immediatamente dopo il furto, venivano smontate in varie parti e successivamente introdotte in container per essere spedite via mare all’estero, apparentemente e documentalmente come merce di scarso valore.
L’operazione ha avuto origine dall’analisi delle merci che transitano per l’importazione e l’esportazione attraverso il porto commerciale di Spezia, a seguito della quale i finanzieri, in collaborazione con i funzionari del Servizio Vigilanza Antifrode dell’Agenzia delle Dogane di Spezia, hanno individuato, all’interno di un container destinato in Marocco il cui carico dichiarato era “pezzi di ricambio usati”, motori ed altre parti di auto che, dopo accurati riscontri, sono risultati provenire da autovetture rubate.
Le indagini, eseguite autonomamente dalla Guardia di Finanza con una complicata opera di riconoscimento dei numeri di matricola dei componenti automobilistici sequestrati, condotte anche mediante numerosi controlli incrociati con le aziende costruttrici (BMW, Maserati, Mercedes, Audi, Jaguar ed altre) hanno consentito di scoprire l’origine illecita della spedizione e la base logistica dell’organizzazione criminale, individuata a Pomezia (Roma). È stato, quindi, successivamente costituito tra i finanzieri un pool di investigatori, che nel giro di pochi giorni ha ricostruito il quadro del traffico illegale ed è risalito ad una società di ricambi automobilistici con sede nella cittadina laziale, dove, a seguito di attività d’indagine operate anche con il posizionamento di alcune telecamere nascoste, ha potuto analizzare e selezionare le aree ove venivano sezionate e stoccate le parti di auto ed accedere, non senza difficoltà, nell’hangar dove si svolgeva l’attività criminale.
I militari hanno identificato dieci persone che avevano inizialmente cercato di fuggire, ma sono state sottoposte a fermo e successivamente denunciate all’Autorità Giudiziaria per furto e riciclaggio.
Curiosamente, persino il proprietario del capannone, che aveva regolarmente affittato l’immobile ad uno dei componenti della banda, dopo essere stato convocato dai militari sul luogo dell’intervento, ha riconosciuto con stupore, tra le migliaia di parti di autovetture, alcuni pezzi della propria fiammante berlina, rubatagli pochi giorni prima.
Il complesso disegno si articolava in fasi distinte e successive:
• individuazione del veicolo da rubare;
• furto e trasferimento immediato in un luogo idoneo al riciclaggio;
• approvvigionamento di documentazione e targhe idonee al “lavaggio” del bene illecitamente acquisito;
• reimmissione del veicolo in una rete di vendita, o trasferimento verso mercati esteri. Ne è prova l’ulteriore sequestro, effettuato nel corso dell’operazione, di una potente Porsche Carrera 4s risultata rubata anni addietro a Torino che, dopo essere stata reimmatricolata negli Emirati Arabi, era pronta per essere rivenduta in Francia.
L’attività di riciclaggio dei veicoli con provenienza delittuosa per furto, rapina o appropriazione indebita resta una delle principali attività del crimine, organizzato e non, che coinvolge numerosi strati delinquenziali trovando, in questo specifico settore, una ricca fonte di guadagno.
Alcune organizzazioni preferiscono la “clonazione”, altre continuano a guardare al cosiddetto “taroccamento”, mentre altre ancora optano per un riciclaggio meno preciso ma più redditizio: il trasferimento all’estero, in prevalenza in paesi extraeuropei o dell’est europeo, dove la tradizione investigativa in questo settore è praticamente inesistente, come del resto l’attività di contrasto da parte delle forze di polizia.
L’operazione di servizio eseguita dalla Guardia di Finanza della Spezia, mai effettuata da altro reparto delle fiamme gialle in Italia, ha smantellato un’agguerrita organizzazione che aveva quale meta preferenziale, per assegnare una nuova vita alle autovetture rubate, gli Emirati Arabi ed il Nordafrica.
- «Vale sempre la pena rischiare
se vuoi qualcosa»
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