Ore di permesso dal lavoro per fare una rapina

24 febbraio 2011
Padova – In due casi sono stati incastrati da un dettaglio: il dentino da latte nel caso di un boss albanese arrestato venerdì scorso (che lo aveva rubato in una casa di Bagnoli) e l’orecchino indossato da un uomo di 44 anni durante la rapina alla Cassa di Risparmio del Veneto nell’aprile del 2009. Quest’ultimo l’altro giorno è finito dietro le sbarre per ordine del gip Mariella Fino, che ha firmato la richiesta di custodia cautelare richiesta dal pm Benedetto Roberti nei suoi confronti. Gli agenti della Squadra mobile lo hanno prelevato direttamente al lavoro. L’uomo nell’aprile del 2009 ha rapinato la filiale della CariVe di via Forcellini 151 insieme a un complice (ancora da identificare), riuscendo a fuggire con un bottino di circa 9 mila euro. A qualche anno di distanza gli investigatori – anche grazie alle immagini a circuito chiuso – sono riusciti a identificare nell’uomo uno degli autori del colpo. Due i motivi: l’orecchino (dalle riprese di video-sorveglianza si vede che si era coperto il volto ma non il lobo dell’orecchio sinistro), e il giubbino (con una scritta bianca), che i poliziotti l’altro giorno hanno trovato nell’armadio della sua abitazione. Il terzo indizio è ancora più pesante: il giorno della rapina l’uomo aveva chiesto qualche ora di permesso al suo datore di lavoro, intervallo che coincide come orario con la rapina. Ora le indagini si concentrano sul complice con cui fuggì a bordo di una Fiat Punto rubata e ritrovata a Legnaro.

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